Economia e finanza islamica by Rony Hamaui

autore:Rony Hamaui [Hamaui, Rony]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Economia, Farsi un'idea
editore: Il Mulino
pubblicato: 2010-01-01T00:00:00+00:00

La Banca centrale iraniana, chiamata Bank Markazi Jomhouri Islam Iran, è stata fondata nel 1960, con il Monetary and Banking Act of Iran. Tuttavia il suo operato è profondamente cambiato con la rivoluzione, l’entrata in vigore della legge sulla nazionalizzazione delle banche (1979) e soprattutto la legge bancaria sull’usura (1983), che di fatto hanno islamizzato la finanza iraniana.

La Banca centrale iraniana è, a norma di statuto, «responsabile della definizione e dell’implementazione della politica monetaria e creditizia, nel rispetto della più generale politica economica del paese» e dei piani quinquennali di sviluppo. In particolare essa ha quattro principali obiettivi:

* preservare la stabilità del valore della moneta, cioè garantire la stabilità dei prezzi;

* mantenere in equilibrio la bilancia dei pagamenti;

* facilitare le transazioni commerciali;

* favorire la crescita del paese.

Al fine di raggiungere tali obiettivi la Banca centrale iraniana oltre al controllo degli aggregati monetari, ha la responsabilità di condurre la politica valutaria e vigilare sul sistema bancario. Inoltre, essa è, a tutti gli effetti, la banca del governo, giacché gestisce i conti governativi e garantisce credito allo Stato e alle imprese governative.

In termini di strumenti di politica monetaria utilizzati, la Banca centrale iraniana da qualche anno non utilizza solo strumenti diretti di controllo degli aggregati monetari ma anche strumenti indiretti. Tra i primi vale la pena ricordare i vincoli alla crescita degli impieghi che le banche possono erogare ai diversi settori economici (generalmente l’agricoltura ha avuto trattamenti di favore) e soprattutto la riserva obbligatoria, che impone alle banche di depositare presso la Banca centrale una percentuale (compresa tra il 10 e il 30%) dei depositi dei clienti. Tra i secondi dobbiamo citare il governo dei tassi di profitto che le banche assicurano ai loro clienti; tale strumento in particolare è diventato operativo con l’introduzione della legge sull’usura che ha di fatto bandito i prestiti a tasso predeterminato. Ai depositanti è invece assicurata una partecipazione agli utili di lungo periodo delle banche; ogni anno le banche però anticipano una parte degli utili attesi e tale rendimento è in larga parte governato dalle autorità. Da qualche anno, inoltre, la Banca centrale effettua delle operazioni di mercato aperto, che comportano la vendita a pronti alla Banca centrale e il riacquisto a termine di strumenti compatibili con la legge islamica (come i certificati mushàraka) al fine di accrescere o ridurre la liquidità delle banche.

Nonostante la ricca strumentazione messa in campo dalla Banca centrale iraniana dalla rivoluzione in poi, i risultati della politica monetaria in termini di inflazione e governo degli aggregati monetari sono stati abbastanza deludenti. Infatti, negli ultimi trent’anni l’offerta di moneta, spinta dai deficit di bilancio pubblico, è cresciuta mediamente sopra il 25%, mentre i prezzi al consumo raramente sono scesi sotto il 15%, con punte che in qualche anno hanno superato il 30%. Questo a fronte di una crescita economica che è stata negativa nei primi anni dopo la rivoluzione e durante la guerra contro l’Iraq e ha conosciuto un maggior vigore solo negli ultimi anni grazie al rialzo del prezzo del petrolio.

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